28 julio 2017

La Sindrome Postcamino (Italiano)

Pace. Sento forte la pace dentro di me mentre guardo la silhouette frastagliata della costa delle Rias Baixas. Lo Zaino sulla mia schiena è già un'appendice del mio corpo che non si lamenta, e le mie gambe malconce sopportano stoiche i rigorosi chilometri per raggiungere il prossimo “albergue”. Continuo una conversazione divertente con due pellegrine italiane che ho incontrato pochi giorni fa ....

... quando un rumore mi fa svegliare. Apro gli occhi e vedo come si chiudeno le porte dell vagone della linea 4 della metropolitana nella stazione di Hortaleza ...

Sono le cinque dal matino. Mi sveglio disorientato. La mia miopia e il buio mi impediscono di capire dove sono in questo momento. Cerco i miei occhiali sotto il cuscino, dove di solito gli ho lasciati prima di addormentarmi, ma non li trovo. Mi preoccupo per la possibilità di avergli persi. Se è così non so se ce la farò ad arrivare a Santiago da qui, da Armenteira. O aspetta, io sono in Ramallosa?. Oppure no, sono a ....

... Sono nel mio letto nella mia casa, a Madrid. E non so se mi sento sollevato di sapere che non ho perso i miei occhiali, o rattristito di sapere che l'avventura del Camino si è concluso ancora una volta.

La frustrazione e la malinconia prendono la mia anima. Per più di due settimane ho rivissuto in questa grande parabola della vita che è il Camino de Santiago, e stranamente, un’altra volta mi ha sorpreso e mi ha sopraffatto.

Con questo sono tredici (sembra facile da dire) le volte che sono andato per scorrere i diversi Caminos de Santiago dalla penisola iberica, da la prima volta dieci anni fa, quando ho fatto il mio primo percorso di pellegrinaggio da Saint Jean a Fisterra.

E ancora una volta le mie aspettative sono state superate in una nuova avventura.

Il Cammino Portoghese lungo la costa e la variante Spirituale è stata un'esperienza spettacolare: la bellezza dei paesaggi, spiagge appartate, boschi incantevoli, la freschezza dei sentieri lungo i fiumi, la tranquillità della montagna, il tragitto sull fiume Ulla, l’arrivo a Santiago ... e soprattutto, la compagnia inaspettata che migliora la memoria e l'intensità di queste esperienze. Iniziano essendo altr
i pellegrini che, come te, si sono lanciati all'avventura alla ricerca di un obiettivo personale e alla fine, diventano in più che compagni di viaggio, amici, fratelli e sorelle… Famiglia. Anche in questo caso mi sento molto fortunato perché la vita mi porta un’altra volta i regali più belli. Nonostante la differenza di cultura, paese, lingua, ci capiamo perfettamente e siamo stati in grado di condividere le nostre storie e le nostre esperienze. Il linguaggio del Camino è universale e non conosce confini o nazionalità. Grazie, amici, ho imparato molto da ciascuno di voi:




Děkuji moc, Karel

Vielen Dank, Franzi

Grazie di tutto, Milo

Grazie di cuore, Cri




Sono consapevole che questo non accadrà di nuovo. Questa fase del Camino è già conclusa. Questi giorni tutto è nostalgia, ricordi belli che gradualmente vengono dissolti per diventare fotogrammi che costituiscono il proprio film della vita di ciascuno. Ora devo superare questo maledetto Sindrome Postcamino, in cui tutto mi ricorda quello che ho vissuto in questi giorni e sento continuamente la necessità di condividere i miei pensieri e sentimenti con tutti coloro che sono stati miei compagni di viaggio in questi giorni.

This too Shall pass.
Anche questo paserà.

Ma tutto accade e ciò veramente importante è che nei nostri cuori rimanga accese la fiamma della vera amicizia, e l’ho imparato grazie alle nostre avventure e disavventure, che servano per adattarci con coraggio ed energia alle sfide della vita. Io, sono fortunato, affronto ora un momento illuminato ed eccitante insieme alla persona che mi fa sentire un essere umano ricco e migliore , e che con pazienza, affetto e amore mi porterà con la sua mano.

A voi, miei buoni amici pellegrini, BUEN CAMINO nella vostra vita!



Grazie a Cristiana per il suo aiuto nella traduzione e correzione di questo testo.

11 julio 2017

Síndrome Postcamino

Paz. Siento mucha paz en mi interior mientras paseo mi mirada por la recortada silueta de la costa de las Rías Baixas. La mochila en mi espalda es ya un apéndice de mi cuerpo que no se queja, y mis maltrechas piernas aguantan estoicas los kilómetros de rigor hasta llegar al próximo albergue. Mantengo una entretenida conversación con unas peregrinas italianas que conocí hace unos días....

...cuando un ruido me hace despertar. Abro los ojos y veo como se cierran las puertas del metro de la linea 4 en la estación de Hortaleza...

Son las cinco de la mañana. Me despierto desorientado. La miopía y la leve oscuridad me impiden determinar donde me encuentro. Busco mis gafas debajo de la almohada, donde las suelo dejar antes de dormirme, pero no están. Me preocupo ante la posibilidad de haberlas perdido. Si es así no se si podré llegar a Santiago desde aquí, desde Armenteira. O espera, ¿estoy en Ramallosa?. O no, estoy en .... 

... estoy en mi cama, en mi casa, en Madrid. Y no se si siento alivio por saber que no he perdido mis lentes, o una gran tristeza por sentir que la aventura del Camino una vez más ha concluido.

La desazón y la melancolía se adueñan de mi alma. Durante más de dos semanas he vuelto a vivir dentro de esa gran parábola de la vida que es el Camino de Santiago, y aunque parezca mentira, un año más me ha sorprendido y sobrepasado.

Con esta son ya trece (que se dice pronto) las veces que me he lanzado a recorrer los distintos Caminos de Santiago por la Península Ibérica, desde que hace ya diez años realizará por primera vez la ruta jacobea desde Saint Jean hasta Fisterra. 

Y una vez más mis expectativas se han visto superadas en una nueva gran aventura. 

El Camino Portugués por la Costa y la Variante Espiritual han sido una vivencia espectacular: la belleza de los paisajes, las playas solitarias, el encanto de los bosques, la frescura de las sendas junto a los ríos, la tranquilidad del monte, el recorrido en barca por el Río Ulla, la llegada a Santiago... y sobre todo, la inesperada compañía que potencia el recuerdo y la intensidad de estas vivencias. Comienzan siendo unos peregrinos más que, como tú, se han lanzado a la aventura en busca de una meta personal y terminan siendo más que compañeros de viaje, amigos, hermanos, familia. Una vez más me siento muy afortunado porque la vida no deja de hacerme regalos. A pesar de la diferencia de cultura, de países, de lengua, nos hemos entendido perfectamente y hemos podido compartir nuestras experiencias y nuestras vivencias. El lenguaje del Camino es universal y no entiende de fronteras ni de nacionalidades. Gracias, amigos, he aprendido mucho de cada uno de vosotros:




Děkuji moc, Karel 

Vielen dank, Franzi

Grazie di tutto, Milo

Grazie di cuore, Cri





Soy consciente de que esto no volverá a repetirse. Esta etapa del Camino ya terminó. Estos días todo es añoranza, bonitos recuerdos que poco a poco se irán diluyendo para pasar a ser fotogramas que constituyen la película de la vida de cada uno. Ahora debo superar este maldito Síndrome Postcamino, en el que todo me recuerda a lo vivido estos días y continuamente tengo la necesidad de compartir mis pensamientos y sentimientos con los que han sido mis compañeros de viaje durante estas jornadas. This too shall pass.

Pero todo pasa y lo importante es que en nuestros corazones quede prendida la llama de la amistad verdadera, y lo aprendido en nuestras aventuras y desventuras sirva para encajar con coraje y energía los retos de la vida. Yo, afortunado, afronto ahora una época ilusionante y apasionante junto a la persona que me hace sentir pleno y mejor ser humano, y que con paciencia, cariño y amor me lleva de la mano.

A vosotros, mis buenos amigos peregrinos, BUEN CAMINO en vuestra vida!